FAUSTO BONTEMPI

Biografia

Nasce a Toscolano Maderno (BS) il 02-01-1935, terzo figlio di Antonio Bontempi (daziere) e Caterina Zanini (casalinga). Si diploma geometra all’istituto Bonsignori di Remedello (1948-1953) e a seguire supera, in due anni, l’esame per il diploma all’accademia di Brera, da privatista, con lode.

Si iscrive quindi alla Facoltà di Architettura che frequenterà per due anni a Milano, per trasferirsi poi a quella di Venezia ove, il 9 marzo1962, si laurea. Nell’aprile ‘63 svolge l’esame di Stato. Si sposa con Giuliana Bianchetti nel 65 (avranno 3 figli) Tra i docenti universitari avrà Samonà (il Rettore a Venezia), Belgiojoso, Albini e Scarpa, quest’ultimi sicuramente celebri, ma poco presenti in aula. La sua formazione, nel periodo universitario e in quello precedente dato il suo precoce interesse per l’Architettura, è quindi frutto di curiosità, di ricerche e approfondimenti diretti.

Nel clima culturale veneziano di quegli anni la figura di Scarpa, che avrà modo di incontrare anche fuori dalle aule scolastiche, è tra quelle che più attirano il suo interesse al pari, tra i maestri del movimento moderno, degli architetti Frank Lloyd
Wright, Alvar Aalto, Loius Kahn, Le Corbusier, Erich Mendelsohn e dei maestri legati alla Bauhaus che indagherà con i mezzi a sua disposizione (alcuni viaggi, mostre, testi).

Non avendo agio economico, nel periodo di studi e poi da diplomato, inizierà a lavorare presso tecnici locali o per committenti propri (arredi, progetti edilizi di unità abitative,
ecc). Neolaureato proseguirà l’attività di progettazione a Gardone Riviera in collaborazione con l’arch Alessandro Bazzani, in quel momento impresario edile, che svolgerà un ruolo più di gestione economica, di rapporti di commesse / operai e di rapporti istituzionali. Lo studio verrà poi trasferito a Salò dopo il ‘63 e
i rapporti con Bazzani andranno a spegnersi nel ‘68. Tra il 1966 e il 1975 è docente esterno alla Facoltà di Architettura di Milano (Architettura Interni e Urbanistica),
impegno che preferirà (per serietà) abbandonare per seguire la professione, e tra il 1970-1975 è consulente urbanistico presso l’Assessorato alla Urbanistica della Regione Lombardia e per conto della Regione, svolgerà un ruolo promozionale presso le
amministrazioni gardesane per l’applicazione della Legislazione Regionale in merito agli obblighi di pianificazione urbanistica locale, redigendo egli stesso tra i primi PRG nel bresciano (Toscolano Maderno).

In quegli anni svolge anche attività come consulente-perito presso Procure della Repubblica, Preture e Comuni per l’urbanistica, l’edilizia, il paesaggio. Durante la sua carriera, su alcuni progetti, terrà collaborazioni (Emira e Guido Fochi, Tullio Lazzarini, Andrea Costa, ecc), ma tra queste da segnalare sicuramente il progetto (non eseguito) per il cimitero di Chiari ideato con l’arch. Carlo De Carli che dedicherà a Bontempi un testo di presentazione per la pubblicazione della Chiesa di Affi molto sentito, come ha lunghe frequentazioni con l’arch Vittoriano Viganò, che gli scriverà la presentazione per la pubblicazione di Villa Caffetto.

Conosce l’arch. Bruno Zevi, facente parte del corpo docenti alla sua tesi di laurea, e terrà rapporti con lui per la sua rivista “Architettura Cronache e Storia” apprezzandone molto le capacità critiche e di divulgazione. Tra le frequentazioni con artisti, facilitate dal suo frequentare Milano in quegli anni, possiamo citare gli scultori Andrea
Cascella, Arturo Milani, Gino Cosentino e il pittore Rinaldo Pigola con i quali non intrattiene solo rapporti di stima e interesse artistico, ma “contaminazioni” di carattere lavorativo. Per alcuni progetti (cimiteri e chiese) tenne confronti con teologi e liturgisti come Don Tuttilio Goffi, fra P.V. Yoannes, mons Capra e mons Bondioli.

Ad inizio 1997 sceglierà il pensionamento, anche per delusione della situazione generale nella professione, seguendo i progetti per alcuni anni come direttore artistico in lavori firmati dai figli Luigia e Antonio.